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Quando inizi l’università, ti accorgi subito che non basta più “studiare tanto”. Quello che davvero fa la differenza è studiare bene.

All’università cambiano i ritmi, il carico di studio, il livello di autonomia richiesto. Il metodo che ti ha permesso di superare gli esami alle superiori spesso non basta più: serve un metodo di studio che ti permetta di apprendere in modo più profondo, di ricordare nel lungo periodo e di ottimizzare il tempo.

Questo articolo non vuole proporti una ricetta magica, ma aiutarti a capire come riconoscere il metodo giusto per te — e, soprattutto, come evitare gli errori più comuni che fanno perdere tempo e motivazione.

Come capire che il metodo che usi non funziona

Il primo passo per migliorare il proprio metodo di studio è accettare l’evidenza: a volte quello che stiamo facendo… non funziona.

Come capirlo? Ecco alcuni segnali tipici:

  • Studiare ti richiede enormi sforzi, ma i risultati non arrivano. Ti sembra di passare ore sui libri, ma poi non riesci a spiegare i concetti o a rispondere correttamente alle domande d’esame.
  • Dimentichi rapidamente quello che hai studiato. Dopo pochi giorni o settimane ti accorgi che il materiale che avevi “imparato” è svanito.
  • Ti senti sempre in affanno. Nonostante lo studio costante, arrivi agli esami con l’ansia di non aver preparato tutto bene.

Molto spesso, questi problemi derivano da alcuni errori di approccio molto comuni:

  • Limitarsi a leggere e sottolineare. È il metodo più diffuso e più inefficace. Leggere passivamente e colorare il libro non è sufficiente per far sedimentare le informazioni.
  • Affidarsi solo alla memoria passiva. Ripetere “a pappagallo” senza sforzarsi di richiamare attivamente i concetti porta a un apprendimento superficiale, che crolla facilmente sotto stress (come durante un esame).

Se ti riconosci in queste situazioni, non preoccuparti: è normalissimo. La buona notizia è che puoi cambiare approccio e ottenere risultati molto migliori.

Le basi di un buon metodo di studio universitario

Comprensione attiva prima della memorizzazione

Il primo pilastro di un buon metodo è la comprensione profonda. Prima ancora di provare a memorizzare, devi assicurarti di aver capito davvero il materiale.

Come farlo?

  • Parafrasa con parole tue quello che leggi.
  • Spiega il concetto a voce alta, come se lo stessi insegnando a qualcuno.
  • Fai domande a te stesso: “Perché è così?”, “Qual è la causa?”, “Come si collega a quello che ho studiato prima?”.

Organizzazione del tempo e delle sessioni di studio

Il secondo elemento chiave è la gestione del tempo. Studiare in modo efficace non significa stare ore e ore sui libri senza pause, ma sapere quando e come studiare.

Alcuni consigli pratici:

  • Pianifica sessioni di studio brevi e intense, intervallate da pause (puoi usare il metodo del pomodoro: 25 minuti di studio, 5 di pausa).
  • Alterna giornate di revisione generale a giornate di approfondimento di singoli argomenti.
  • Distribuisci lo studio nel tempo: evita il “tutto e subito” nei giorni prima dell’esame.

I principali metodi di studio da provare (con pro e contro)

Lettura attiva e annotazioni

Uno degli approcci più semplici e versatili è la lettura attiva, che consiste nel leggere un testo ponendosi domande, cercando di capire il significato profondo di quello che si legge e scrivendo appunti e annotazioni personali a margine.

Non basta sottolineare: la lettura attiva implica rielaborare il contenuto, segnare collegamenti con altri argomenti e scrivere in proprio parole quello che si sta apprendendo. In questo modo si stimola la comprensione e si comincia già ad avviare il lavoro di memorizzazione.

È una tecnica molto utile nelle fasi iniziali, quando si deve fare un primo passaggio sui materiali. Tuttavia, non dovrebbe essere l’unica tecnica utilizzata, perché senza fasi successive di richiamo attivo rischia di restare superficiale.

ProContro
Favorisce la comprensione profondaPuò richiedere molto tempo
Aiuta a collegare i concetti tra loroNon garantisce un richiamo attivo delle informazioni
Stimola la rielaborazione personaleRischio di confondersi se si scrivono troppi appunti

Mappe concettuali e schemi visivi

Le mappe concettuali sono strumenti grafici che aiutano a rappresentare visivamente i collegamenti tra i concetti chiave di un argomento. Costruire una mappa non significa solo “disegnare”, ma organizzare mentalmente le informazioni, sintetizzarle e capire le relazioni causa-effetto e le gerarchie logiche.

Gli schemi visivi funzionano in modo simile: servono per rappresentare un argomento in modo compatto e facilmente leggibile.

Questa tecnica è particolarmente utile per materie ricche di strutture complesse (come Biologia, Diritto, Medicina, Scienze Sociali) e per studenti che hanno una memoria visiva spiccata. Tuttavia, le mappe concettuali non devono sostituire il lavoro di richiamo attivo, che serve comunque per consolidare la memoria.

ProContro
Aiuta a visualizzare e organizzare i concettiPuò essere dispersivo se usata in modo eccessivo
Stimola la comprensione dei legami logiciNon sostituisce il richiamo attivo
Utile per il ripasso rapidoRichiede tempo per essere costruita

Active recall (richiamo attivo)

L’active recall è considerato uno dei metodi di studio più efficaci, soprattutto per prepararsi agli esami universitari. Consiste nel richiamare attivamente le informazioni dalla memoria, senza rileggere il testo o gli appunti.

In pratica, ci si pone delle domande su ciò che si è studiato e si cerca di rispondere senza guardare le fonti. Questo metodo rinforza i collegamenti neuronali e rende la memoria più resistente.

Si può praticare in molti modi: creando domande personali, facendo quiz, spiegando l’argomento a voce. Con piattaforme come Dende, ad esempio, si possono generare quiz automatici dai propri materiali di studio e allenarsi a richiamare i concetti, ricevendo anche un feedback immediato per correggere eventuali errori.

ProContro
Molto efficace per consolidare la memoriaPuò essere faticoso, soprattutto all’inizio
Rende la preparazione più solida per l’esameRichiede un buon set di domande o strumenti di supporto
Aiuta a individuare i punti deboliNon sostituisce la fase di comprensione iniziale

Flashcard con ripetizione distanziata

Le flashcard sono uno strumento eccellente per il ripasso mirato. Ogni flashcard contiene una domanda da un lato e la risposta dall’altro: l’obiettivo è allenarsi a richiamare la risposta a intervalli regolari.

Il vero valore delle flashcard sta nella cosiddetta ripetizione distanziata (spaced repetition), cioè un algoritmo che presenta le schede con frequenza variabile in base al livello di apprendimento. In questo modo si ottimizzano i tempi di studio e si massimizza la memorizzazione a lungo termine.

Con Dende, ad esempio, è possibile generare flashcard personalizzate a partire dai propri appunti e integrarle in un sistema di ripetizione distanziata automatica. È una tecnica particolarmente utile per materie ricche di dettagli o nozioni da ricordare (come Anatomia, Farmacologia, Chimica, Diritto).

ProContro
Ottimizza la memorizzazione a lungo termineNon sempre adatta per argomenti molto concettuali
Consente di ripassare in modo mirato ed efficienteRichiede costanza nell’uso
Facile da integrare con altre tecnicheLa creazione iniziale delle flashcard richiede tempo

Perché sempre più studenti usano Dende per potenziare il loro metodo di studio

Trovare il metodo di studio giusto è già complicato. Ma anche quando lo trovi, metterlo in pratica ogni giorno richiede costanza e tanto tempo. E qui entra in gioco Dende: non ti insegna a studiare, ma rende il tuo metodo più semplice da applicare, più efficace e molto più smart.

Ecco perché molti studenti lo usano come alleato fisso durante il semestre.

metodo di studio

Generare quiz dai tuoi materiali, in pochi secondi

La prima grande fatica quando vuoi fare active recall è costruire le domande. Con Dende basta caricare i tuoi appunti, un libro o gli schemi e in pochi secondi hai un set di quiz su cui allenarti. Così ti concentri solo su quello che conta: capire e memorizzare.

Creare flashcard con ripetizione distanziata

Lo sappiamo: fare flashcard a mano richiede ore. Su Dende, le crei al volo dai tuoi documenti e puoi usarle con un algoritmo di ripetizione distanziata che ti mostra ogni giorno le schede giuste al momento giusto. Niente più montagne di post-it o app poco integrate.

Scoprire i concetti davvero importanti

Hai mai avuto la sensazione di studiare un argomento… e poi accorgerti che ti sei perso il punto principale? La funzione Concept di Dende ti aiuta a visualizzare subito quali sono i concetti chiave dei tuoi materiali. Così puoi dedicare il tempo che serve a quello che conta davvero.

metodo di studio

Capire dove stai sbagliando (e imparare dagli errori)

Fare quiz è utile, ma spesso non basta sapere se hai risposto giusto o sbagliato. Ecco perché Dende ti dà sempre un feedback immediato su ogni domanda, anche se la indovini. Ti spiega perché quella era la risposta corretta. Così non ti limiti a ricordare, ma capisci a fondo.

metodo di studio

Come integrare Dende nel tuo metodo (esempi pratici)

👉 Mappe mentali + Dende
Dopo aver costruito la tua mappa mentale, usa Dende per generare quiz sui concetti chiave che hai messo nella mappa. Perfetto per capire se la tua struttura logica regge.

👉 Metodo del pomodoro + Dende
Studia un capitolo con il pomodoro (25 minuti), poi fai una mini sessione su Dende per mettere subito alla prova quello che hai appena letto. Il richiamo attivo subito dopo la lettura è uno dei migliori modi per consolidare.

👉 Ripasso pre-esame
Giorni prima dell’esame? Usa la funzione Reread di Dende per rileggere i concetti che ancora sbagli nei quiz. È il modo più rapido per colmare le ultime lacune.

Conclusione

Non esiste un metodo universale per studiare. Esiste quello che funziona davvero per te. Ma qualunque sia il tuo approccio, oggi hai la possibilità di potenziarlo grazie a strumenti come Dende.

Il trucco è questo: sperimenta, adatta e costruisci il tuo sistema, e lascia che la tecnologia ti aiuti dove serve. Perché oggi studiare in modo intelligente è più importante (e più possibile) che mai.

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Alec Conti